2 In Pensieri in nuce

Erotismo e attrazione fisica sono il motore di una relazione sentimentale?

Spesso mi domando cosa ci abbia spinti a conoscere una persona che ci ha in qualche modo colpito al di là dell’interesse intellettuale. È vero che l’interesse scaturisce, almeno in massima parte, da un istinto sessuale? È vero che vorremmo fare la conoscenza di una persona di sesso opposto perché ci prefiguriamo un epilogo appetitoso?

Ho da poco finito di leggere L’animale morente di Philip Roth, del quale riporto alcune frasi significative:

Il sesso: ecco tutto l’incanto necessario. Le donne, per gli uomini, sono davvero tanto incantevoli una volta tolto il sesso? C’è qualcuno che trova incantevole un’altra persona di questo o di quel sesso se non nutre per lei un interesse di natura sessuale? Da chi, ancora, ti fai incantare così? Da nessuno.

L’unica ossessione che vogliono tutti: l'”amore”. Cosa crede, la gente, che basti innamorarsi per sentirsi completi? La platonica unione delle anime? Io la penso diversamente. Io credo che tu sia completo prima di cominciare. E l’amore ti spezza. Tu sei intero, e poi ti apri in due. Quella ragazza era un corpo estraneo introdotto nella tua interezza. E per un anno e mezzo tu hai lottato per incorporarlo. Ma non sarai mai intero finché non l’avrai espulso. O te ne sbarazzi o lo incorpori con un’autodistorsione. Ed è quello che hai fatto e che ti ha ridotto alla disperazione.

Confrontiamo le riflessioni dello scrittore americano con quelle di Schopenhauer, contenute in Supplementi al Mondo come volontà e rappresentazione (tr.it. di G. De Lorenzo, Laterza, Roma Bari 1986):

Ogni innamoramento, infatti, per quanto voglia mostrarsi etereo, ha la sua radice solo nell’istinto sessuale, anzi è in tutto e per tutto soltanto un impulso sessuale determinato, specializzato in modo prossimo e rigorosamente individualizzato.

E prosegue così:

“[…] ogni innamorato, dopo il godimento finalmente raggiunto, prova una strana delusione e si meraviglia, che ciò che ha così ardentemente desiderato non dia nulla di più di ogni altro appagamento sessuale; tanto che egli ormai non si vede più spinto verso di esso. Quel desiderio dunque stava a tutti i rimanenti suoi desideri nello stesso rapporto con cui la specie sta all’individuo, ossia come una cosa infinita e una finita. L’appagamento al contrario avviene propriamente solo per il bene della specie e non cade perciò nella coscienza dell’individuo, il quale qui, animato dalla volontà della specie, serviva con ogni sacrificio ad un fine, che non era il suo proprio”.

Il punto che accomuna entrambi è il pensiero secondo cui l’amore, contrariamente a chi lo descrive come un sentimento puro e autentico, è un fantoccio mosso dal nostro più atavico istinto di conservazione della specie. Roth, addirittura, arriva ad affermare che l’amore “ti spezza, prima sei intero, poi ti apri in due”. In questa visione pessimistica ed estremamente materialista, spicca, a mio parere, una importante riflessione circa l’istinto che muove, indubbiamente, le relazioni umane, oggi più che mai, perché (fortunatamente) sono caduti molti tabù, perché è innegabile che la componente erotico-sessuale ci appartiene, perché non sempre ciò che crediamo essere amore realmente lo è.

(ah, qui ci scappa un: pensavo fosse amore ed invece…).

Tuttavia, riflettendo a sangue freddo, credo che questa sia una visione parziale di ciò che potrebbe, in potenza, descrivere il rapporto uomo-donna (o donna-donna o uomo-uomo).

Se il sesso è un motore immobile verso il raggiungimento di un determinato scopo, cioè l’appagamento fisico, la sfera emotiva ha un importante ruolo nel raggiungimento del piacere estatico. Ed è così che due sfere apparentemente congiunte si disgiungono, apportando un valore aggiunto a una relazione.

L’appagamento fisico non può, a mio parere, essere sempre e comunque il fine ultimo dell’individuo. Sarebbe controproducente, se non addirittura in contrasto con la natura umana che in qualche modo si deve liberare dai propri demoni, dalla propria prigione. Il sesso fine a se stesso altro non è che una prigione, o meglio un simulacro di libertà, che tendenzialmente adoriamo e idolatriamo, senza considerare che il sesso non è tutto. E meno male che non lo è, aggiungo. Non è che l’espressione dei nostri impulsi, che sicuramente ci descrivono ma non totalmente.

Altra questione che meriterebbe un approfondimento, e che è stata oggetto di numerosi dibattiti, riguarda la consumazione dell’atto. 

Cosa ha portato taluni, come Schopenhauer, ad affermare in modo lapidario, che l’amore è ciò che ci prefiguriamo prima del sesso? E in che modo un singolo atto sessuale estingue quella fiamma che avvampò così velocemente? 

Personalmente sostengo che non esistano risposte univoche, ma che molto dipenda dall’approccio individuale, culturale in cui siamo cresciuti, unito al grado di interesse che proviamo per qualcuno. Non avrebbe senso generalizzare aprioristicamente su un ipotetico comportamento maschile o femminile. Quello che è certo è che più abbiamo dubbi o remore di sorta nei confronti dell’altro sesso, più questi aspetti si rendono evidenti e tangibili dall’altra parte, causando spesso un fraintendimento. Certo è che il rifiuto non piace a nessuno, e se manca la comunicazione manca tutto. E soprattutto, dato che spesso, per inesperienza o per la giovane età, si scambia il sesso con molto altro, si può cadere nell’errore di far coincidere due aspetti molto differenti. Certo è, infine, che altro dall’attrazione fisica è l’erotismo. Quest’ultimo richiede una comunicazione particolare e preliminare, che accompagna i due partner verso il viaggio che tutti conosciamo. E questa comunicazione non deve per forza avere a che fare col sesso, ma è necessaria per rendere quel potenziale attuale. L’attrazione fisica non ha invece nulla di artificioso, è puro istinto biologico. E’ natura, è ciò che si rende palese nel momento in cui stiamo davanti a qualcuno che ci piace.

Ricapitolando velocemente, cosa possiamo avere? 

Esiste il sesso senza amore. 

Esiste l’amore senza il sesso.

Esiste il sesso senza comunicazione (deve essere atroce, ma esiste), mentre in amore il dialogo e la comunicazione, la condivisione sono fondamentali. Senza, non ha motivo d’essere. 

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2 Commenti

  • Rispondi
    Luca
    01/12/2020 at 22:07

    Se l’interesse scaturisse principalmente da un istinto sessuale, allora dovremmo perderlo dopo aver avuto un rapporto con una persona? Almeno parzialmente, in maniera inversamente proporzionale all’interesse intellettuale…

    • Rispondi
      Giulia Lo Cuoco
      01/12/2020 at 23:40

      Se l’interesse scaturisce solo ed esclusivamente da un istinto sessuale indubbiamente è diverso, quella che si instaura è una relazione meramente basata sull’atto fisico, e tale interesse può svanire se la nostra intenzione (intendo quella di entrambi i partner) era quella di sentirci appagati sessualmente. Nondimeno ritengo che un singolo atto sessuale non possa esaurire la miniera di possibilità e di esperienze che si possono provare con una persona, anche prescindendo dall’aspetto sentimentale/intellettuale.

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