E come disse un famoso poeta romano: mo so’ cazzi amari…
Probabilmente non c’entra nulla, ma io questo pippone non lo avrei scritto se oggi non avessi saputo dell’ennesimo contratto di lavoro non rinnovato.

Questo stesso giorno apprendo la notizia, accolta da clamori e ovazioni, della vittoria di Elly Schlein, nuova segretaria del Partito democratico. Tutti sembrano felici, sia a destra che a sinistra.
A destra perché il pronostico è quello di appiattire l’elettorato di sinistra, mettere in crisi il movimento 5 stelle e bruciarsi l’ultima agognata possibilità di rilanciare un partito che a un passo dalla scomparsa.
A sinistra sono tutti felici, perché finalmente c’è una che è veramente di sinistra, che propugna e promulga ideali di sinistra, che parla come una di sinistra e ha a cuore i diritti umani, l’ecologia, le relazioni omosessuali, bisessuali, poliamorose, che si diletta a fare l’intellettuale.
Vi starete chiedendo cosa c’entra col fatto che sono disoccupata.
In tutta questa speculazione inutile, c’è ancora gente (soprattutto giovani) che vede un futuro incerto, nebuloso, turbolento, a tratti infausto. Sì perché il mondo del lavoro è una giungla, lo sappiamo tutti. Da che mondo è mondo, è sempre stato così, nevvero? Tutti hanno dovuto faticare per guadagnarsi la pagnotta,arrancare nei periodi difficili, stringere la cinghia insomma.
Eppure perché vediamo tutto nero? Perché sembra sempre più difficile trovare una sistemazione professionale, e perché comprare casa o prenderla in affitto sembra diventato un lusso? E perché i contratti sono sempre più precari?
Potrei continuare a lungo con queste domande senza risposta. La verità è che né a destra né a sinistra stanno discutendo di questo. Il minimo comune denominatore, quello che emerge dai dibattiti e dalla querelle politica è solo distruggere il proprio avversario, annientarlo nel senso politico del termine, ridurlo a colabrodo, metterlo di fronte alle proprie contraddizioni e poi esultare, col proprio entourage, della propria dimostrazione di forza.
Elly Schlein chi è, alla fine? È sicuramente una persona colta, istruita, “figlia d’arte”, una borghese che si nasconde, perché si vergogna di essere borghese. Pasolini la definirebbe “comunista da salotto”, probabilmente a ragione. È sicuramente una persona che non sa cosa significa avere poco o nulla, sapendo che con quel poco e nulla deve sfamare una famiglia. È sicuramente una persona che non ha idea di quello che può passare una persona disoccupata con un affitto da pagare. E il suo modello di sinistra è fallace, perché non ha fatto esperienza di quello che è il sottoprodotto, il sottoproletariato. E dunque si può dire o no che la sinistra non esiste più?
Se il Pd riparte da Schlein, possiamo pacificamente dire addio all’ideale socialista che ha accompagnato i nostri genitori e i nostri nonni. Possiamo dire che, ad oggi, non ci si riconosce più, non ci si immedesima più nel bisognoso, nel reietto, nel rifugiato, ma si fa propaganda sul bisognoso, sul reietto, sul rifugiato.
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